giovedì 8 maggio 2008

" Principe di Galles" e Duca di Windsor...quando lo stile resta!


Le perle di stile...

Sembra il titolo di una favola. Che tutti conoscono. E magari pensiamo anche che sia il nome di un abito o di un tessuto.

In realtà è la denominazione di un disegno.
Dalla storia, araldica si, ma non certo semplice come potremmo immaginarci. Si tratta però di uno di quei casi in cui un nome identifica un abito-culto immancabile nel guardaroba del manager. Oggi di entrambi i sessi.
Il disegno Principe di Galles è realizzato di norma su tessuti di lana Saxony (prendono il nome dalla zona di provenienza della materia prima: la Sassonia) e riproduce grosse finestre quadrate all’interno delle quali si alternano fantasie quadrettate e a pied-de-poule. Normalmente si attribuisce al dandy duca di Windsor, principe di Galles e quasi re (sarebbe diventato Edoardo VIII se non avesse abdicato per sposare la maliarda Wally Simpson) il merito di aver reso celebre il tessuto con questo particolare disegno scegliendolo per molti suoi abiti.
In realtà già sotto
Edoardo VII veniva usato per i completi degli eredi al trono. Ma non solo.
Il suo primitivo uso era legato ai possidenti inglesi che, stabilitisi in Scozia e non potendo usare i tessuti con i disegni dei clan locali, ricorsero a questo tipo di quadrettato fantasia denominato District Check per identificare gli abiti dei propri dipendenti.
Un disegno tuttora considerato nel Regno Unito adatto solo per abiti sportivi e non, come s’usa nel continente e oltreoceano, anche per i completi dell’uomo d’affari. Ma, questa volta, non importa. Va bene anche se lo si indossa, solo di mattina e pomeriggio però, in occasioni formali. Fondamentale, sempre, è il taglio dell’abito.


L'icona e maestro di stile Edoardo, Duca di Windsor ampiamente omaggiato da Armani
e imitatissimo da Ralph Lauren, uno dei più grandi influenzatori dell’abbigliamento
maschile del secolo scorso, ha reso celebre il
tessuto con il disegno del PRINCIPE
DI GALLES e ha contribuito a diffondere la moda delle giacche sportive di tessuto
scozzese che lui amava indossare con maglioni fantasia delle Fair Isle
(lavorazione a maglia che permette di ottenere dei motivi con colori multipli, come ad
esempio i maglioni con le trame di alberi o animali) .
A lui si devono: la moda del gessato doppiopetto con camicia a righe e cravatta

pied de poule e delle scarpe scamosciate indossate con un completo blu o grigio.
Inoltre tra le sue “invenzioni” troviamo lo smoking blu midnight (blu mezzanotte)
e le calze argyle. Questo indica il classico motivo a rombi o losanghe, ottenuto con
intarsio o jacquard, tipico dei calzettoni e dei maglioni scozzesi. Viene usato
soprattutto in maglieria, per pullover, cardigan e sciarpe, e per calze e collant
in lana
o nylon. Ha avuto un ritorno di moda dal 2000 in poi.
Vivienne Westwood lo ha adottato per pantacollant attillati, in contrasto sotto
gonne scozzesi a quadri.
Sulle recenti passerelle da Gucci ad Alexander McQueen, passando da Etro
"il principe", sinomino di stile e di eleganza, prende forma in diversi colori
dalle sfumature del grigio al marrone creando un look tra il casual e il formale.
Ahhh..quando lo stile non muore mai!

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