Le perle di stile...
Sembra il titolo di una favola. Che tutti conoscono. E magari pensiamo anche che sia il nome di un abito o di un tessuto.
In realtà è la denominazione di un disegno.
Dalla storia, araldica si, ma non certo semplice come potremmo immaginarci. Si tratta però di uno di quei casi in cui un nome identifica un abito-culto immancabile nel guardaroba del manager. Oggi di entrambi i sessi.Il disegno Principe di Galles è realizzato di norma su tessuti di lana Saxony (prendono il nome dalla zona di provenienza della materia prima: la Sassonia) e riproduce grosse finestre quadrate all’interno delle quali si alternano fantasie quadrettate e a pied-de-poule. Normalmente si attribuisce al dandy duca di Windsor, principe di Galles e quasi re (sarebbe diventato Edoardo VIII se non avesse abdicato per sposare la maliarda Wally Simpson) il merito di aver reso celebre il tessuto con questo particolare disegno scegliendolo per molti suoi abiti.
In realtà già sotto Edoardo VII veniva usato per i completi degli eredi al trono. Ma non solo.
Il suo primitivo uso era legato ai possidenti inglesi che, stabilitisi in Scozia e non potendo usare i tessuti con i disegni dei clan locali, ricorsero a questo tipo di quadrettato fantasia denominato District Check per identificare gli abiti dei propri dipendenti.
Un disegno tuttora considerato nel Regno Unito adatto solo per abiti sportivi e non, come s’usa nel continente e oltreoceano, anche per i completi dell’uomo d’affari. Ma, questa volta, non importa. Va bene anche se lo si indossa, solo di mattina e pomeriggio però, in occasioni formali. Fondamentale, sempre, è il taglio dell’abito.
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